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Messaggio Da Admin Mar 16 Giu 2015, 16:18

1. Denominazione del progetto
SOLIDARIETÀ, CONDIVISIONE E BENESSERE NELLA ZONA LAME:
(Laboratorio sperimentale interattivo condiviso di cittadinanza attiva e empowerment di comunità).

2. Descrizione dell’idea progettuale:
obiettivi generali e collegamenti con il territorio, trasformazioni che si intendono attivare, innovazioni che si intendono promuovere.


Tema trattato
a) Premessa
Da un canto popolare brasiliano: “Quando uno sogna da solo, è soltanto un sogno. Quando si sogna insieme è la realtà che comincia”
Le trasformazioni in atto nel sistema di welfare chiamano nuovi soggetti in campo e modificano il ruolo delle diverse organizzazioni della società civile, che per anni era stato fortemente determinato dalle scelte politiche e relegato ad essere subordinato, all'interno di una pianificazione programmata a livello istituzionale.
In questo momento storico di crisi generalizzata e trasversale, sono cambiati i paradigmi: il disagio mantiene la caratterizzazione individuale e soggettiva ma allo stesso tempo ha assunto dimensioni collettive.
Un numero sempre più ampio di persone vive sulla propria pelle il frantumarsi di sicurezze (economiche, affettive e psicosociali), che sino a pochi anni fa erano solide cornici, all'interno delle quali si poteva programmare un futuro, non solo prossimo, senza eccessive preoccupazioni. Oggi, nuove forme di povertà bussano alle porte di quegli stessi servizi che, per anni, hanno lavorato a sostegno di fasce marginali molto circoscritte e facilmente identificabili.
A fronte di questi cambiamenti, le letture asimmetriche perdono la loro efficacia e la delega ad agire rilasciata dal cittadino alle istituzioni viene
ridiscussa e torna al centro del dibattito pubblico il tema della rappresentanza e della legittimità ad agire in autonomia nella programmazione e nella
progettazione degli interventi in ambito di welfare (e non solo).
Il senso della “partecipazione” alla vita di una comunità ha subito trasformazioni nel corso degli anni: oggi vuol dire soprattutto “riconoscersi” in
un progetto, condividere finalità e obiettivi. Anche per questo occorre sostenere quei processi di formazione di legami sociali che generano benessere diffuso: sia che essi prendano vita dall'alto (il Pubblico, le Istituzioni) e sia che nascano dal basso (la cittadinanza che si organizza per affrontare
autonomamente un problem a che coinvolge l'interesse generale).

b) La Zona Lame – percorsi di autopromozione: obiettivi e protagonisti.
Il capitale sociale è quell’insieme di relazioni e di rapporti solidali e di reciprocità che costituiscono il tessuto connettivo di una comunità. Per qualificare il territorio e la vita delle comunità occorre valorizzarne il capitale sociale, ben sapendo che non è semplicemente una risorsa da scoprire, ma che si tratta di un sistema che va costruito, che va attivato e riattivato e, soprattutto, va valorizzato per arrivare a costituire un welfare di comunità, Capitale sociale oggi va di pari passo con una diversa accezione di cittadinanza che si può definire societaria o ancora meglio responsabile. La cittadinanza responsabile riguarda il superamento di un modello di iscrizione fondato unicamente sulle dimensioni dei diritti e dei doveri ma rinvia ad una dimensione relazionale.
Questo ci riporta al significato profondo di un lavoro di comunità. Sviluppare cittadinanza responsabile significa sviluppare una più ampia cultura della
responsabilità che è il presupposto per un modello orientato alla responsabilità sociale condivisa. Questo modello postula partecipazione, beni comuni,
cittadinanza attiva, co-progettazione, condivisione, legame sociale, processi di moralizzazione, dono, scambio simbolico, riduzione della forbice sociale delle disuguaglianze.
La responsabilità sociale collettiva si realizza attraverso la partnership tra Stato, mercato e società civile e soprattutto cittadini. Per capirla occorre ribaltare la prospettiva. Non si può parlare di un meccanismo di responsabilità individuale di singole amministrazioni, singoli cittadini, singoli enti ed associazioni come abbiamo fatto in questi anni. In un’ottica redistributiva, condividere la responsabilità significa che tutti fanno la loro parte, in forza delle loro competenze e delle loro funzioni, e sulla base della condivisione di finalità ed obiettivi.
La Responsabilità Sociale Condivisa sviluppa una sussidiarietà orizzontale, una forma di cittadinanza responsabile, per la quale vivere “una vita sostenibilmente orientata” è un diritto esigibile ed un dovere da realizzare.
Non dobbiamo dimenticare che il benessere della collettività non si misura più semplicemente attraverso il benessere materiale, bensì attraverso il benessere psicologico e sociale diffuso. Non casualmente si parla del passaggio dalla società del ben-avere alla società del ben-essere, di nuove accezioni di felicità come può essere la felicità responsabile.
Il percorso intrapreso dal Coordinamento Volontariato Lame, e dai diversi soggetti che condividono il presente progetto, va in questa direzione.
Essere promotori di network territoriale, accettare la coprogettazione come disponibilità e scambio in rete di competenze, ma soprattutto sviluppare
cittadinanza responsabile è un modo per valorizzare e rigenerare quel capitale sociale che è fondamentale per l’esistenza delle comunità.
Lo stesso tipo di percorso che ha portato alla costituzione della “Rete Lame”, un organismo originale e inconsueto, che, nel pieno rispetto dei ruoli diversi e delle distinte funzioni, definisce una modalità di collaborazione tra l’ente di governo territoriale, le autonomie funzionali (le scuole del territorio) e le organizzazioni del terzo settore attive da anni nella “Zona Lame” (organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale,
cooperative sociali).

c) L’associazione capofila e i partner (componenti della Rete Lame e altre associazioni e comitati del territorio)
La zona Lame è il territorio nel quale si intende realizzare il presente progetto, fa parte (insieme a Bolognina e Corticella) del Quartiere Navile, e si colloca in una posizione di media periferia.
Il Coordinamento Volontariato Lame – capofila della rete che sostiene il presente progetto – é una Organizzazione di Volontariato, di secondo livello, costituita da 15 associazioni del territorio o comunque operanti nella zona che, fin dalla sua costituzione, si è proposto di realizzare azioni efficaci e significative a favore dei minori e delle loro famiglie e di contribuire al miglioramento della qualità della vita della comunità territoriale.
Il C.V.L. opera nella zona Lame dalla seconda metà degli anni ’90, in sinergia con una più vasta rete di soggetti pubblici e privati. Da oltre
vent’anni l’impegno comune delle diverse Associazioni tende alla creazione di una comunità educante e solidale, di un territorio capace
di attivarsi, mobilitando tutte le risorse presenti, per favorire l’inclusione, lo sviluppo sociale, la sicurezza nella vita del territorio e la promozione del benessere dell’intera comunità.

La Rete Lame è stata costituita sul territorio nel 2009, ed è ora sostenuta da un protocollo, concordato e sottoscritto da:
IL QUARTIERE NAVILE del Comune di Bologna
l’ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO “COORDINAMENTO VOLONTARIATO LAME”
l’ASSOCIAZIONE “TERRA VERDE ONLUS”
l’ASSOCIAZIONE di promozione sociale “SENZA IL BANCO”
la COOPERATIVA SOCIALE “SENZA IL BANCO – servizi per l’infanzia e la famiglia“
l’Istituto Comprensivo 3 - LAME
l’I.T.C.S. ROSA LUXEMBURG
la “Biblioteca “Cesare Malservisi”
Le realtà istituzionali e associative che costituiscono la Rete si propongono di operare congiuntamente con i seguenti obiettivi:
contrastare gli effetti della crisi che stiamo attraversando
favorire un uso attento del territorio,
promuovere la qualità della vita e delle relazioni sociali

Altre realtà associative, partner del progetto sono:
l’Associazione dps (dispositivi psicosociali),
la Cooperativa Sociale Eta Beta,

Altre realtà associative operanti in rete nella Zona Lame sono:
Il Comitato “Vivere Insieme Pescarola”
il Comitato Cittadini Residenti Agucchi/Zanardi
il Comitato Salute Pubblica Noce

d) Le risorse esistenti: i luoghi
- lo Spazio Comune Cittadini di Pescarola (C.V.L. in uso gratuito dal Quartiere Navile) – via Agucchi 284 a/b
- l’Ex-Lavanderia (C.V.L. in uso gratuito dal Quartiere) – via Zanardi 226
- il Laboratorio Due Torri: Laboratorio del Legno e LabIdea (C.V.L. in uso gratuito dal Quartiere) – via Zanardi 210 e 212
- il Cubo (sede civica, con sala polifunzionale e salette laterali), progetto di polo educativo/”Centro per l’Infanzia e la Famiglia” a cura di Senza il Banco – via Zanardi 249
- e inoltre, per i fondamentali supporti tecnico-formativi che fornirà nella prospettiva di inserimenti lavorativi avranno grande rilievo anche:
la sede dell’Associazione Terra Verde in Via della Beverara e gli orti biologici predisposti da Eta Beta nell’azienda agricola “Sei Pioppi” di A. Spadoni, sita in via Roveretolo, 11, in zona Lame.
- E’ in corso una trattativa tra ASP Città di Bologna, il Quartiere Navile e il Coordinamanto Volontariato Lame per la possibilità di concessione in uso gratuito (utenze comprese) di un ampio locale, sito in Via della Beverara.
In tale locale potrebbero trovare una sede adeguata: una bottega di prossimità, un luogo per la socializzazione, un laboratorio polivalente, un laboratorio di tecnologia evoluta…L’iniziativa è in cantiere.

e) Le risorse esistenti: le esperienze realizzate
Il percorso più significativo, nel senso auspicato dal presente progetto, iniziò nel 1999 quando il progetto “Un Villaggio per Educare” – dapprima col sostegno del Centro Servizi per il Volontariato e negli anni successivi con finanziamenti provenienti dalla Legge 285 – si pose come momento di aggregazione e di raccordo tra le diverse forme di volontariato presenti nel territorio delle Lame e con le Istituzioni, al fine di promuovere il benessere della popolazione del territorio, con particolare riferimento alle fasce più giovani. Gli interventi realizzati negli anni, infatti, puntarono a realizzare, attraverso interventi di rete, attività educative e di tempo libero (gruppi socio-educativi, laboratori, animazione estiva, centro di aggregazione giovanile, ecc.), attività formative (per educatori, insegnanti, genitori, nonni, …), sportelli di ascolto, feste ed eventi vari (concerti, tornei, convegni, ecc.).
Conclusi i finanziamenti della L. 285 a fine 2005, il C.V.L. proseguì il lavoro di rete, puntando alla realizzazione di un nuovo progetto, il “Villaggio Solidale”, cioè la promozione di una comunità in cui le persone potessero arrivare alla decisione di non ignorarsi, ma di farsi carico dei problemi che capitano nella vita di ogni giorno, creando reti di famiglie, di condominio, di volontariato, cercando soluzioni ai vari problemi in modo partecipato. Tutto ciò al fine di realizzare un miglioramento della qualità della vita di tutti gli abitanti della zona, utilizzando sempre il metodo della co-progettazione e auspicando la sperimentazione di un modo diverso di gestire i servizi, capace di coinvolgere il volontariato su un piano di vera sussidiarietà.
In realtà la progettazione operativa del “Villaggio Solidale” per anni non riuscì ad andare oltre la stesura partecipata di una bozza di convenzione, altrimenti definita “Patto di Solidarietà per le Lame” per una oggettiva difficoltà a vivere la pari dignità tra volontariato e istituzioni, a livello di autentica co-progettazione.
In quegli anni il C.V.L. (e le Associazioni che lo costituiscono), nell’incrollabile speranza di aumentare la solidarietà e la coesione sociale, l’integrazione e l’inclusione, la partecipazione e il coinvolgimento del maggior numero possibile di cittadini, l’empowerment sociale, la costruzione della fiducia, la promozione di efficaci reti sociali, proseguì la realizzazione di decine di progetti a servizio del territorio, con riferimento a minori e famiglie in situazione di disagio.
In particolare ricordiamo l’esperienza progettuale nota sul territorio come “Quelli di Marco Polo 21” o come “Accompagnatore Sociale” che – sia pur con difficoltà – ha rappresentato il frutto di un reale concorso di forze private e pubbliche e di un modello operativo che ha visto l’istituzione quartiere stabilizzare e dare continuità progettuale ad iniziative che erano state attivate dal volontariato.
Finalmente a fine 2009 si è giunti alla firma di una convenzione tra volontariato e istituzioni, che sancisce la costituzione della “Rete Lame”, recentemente rinnovata sotto forma di protocollo.
I progetti successivi, in particolare “Cittadini di Pescarola” a partire dal 2011, “Punto Famiglia” nel 2012, “Percorso Sicuro a Pescarola” nel 2013 e “Botteghe Zanardi a Pescarola” nel 2014, hanno rinforzato e arricchito la rete già esistente con nuove e fondamentali collaborazioni:  
Associazione dps (dispositivi psicosociali),
Associazione “Senza il Banco: idee e proposte per l’infanzia”
Cooperativa Senza il Banco: servizi per l’infanzia e la famiglia”
Associazione “Terra Verde” Onlus
Cooperativa Sociale Eta Beta

f) Costo sociale – investimento sociale – valore aggiunto
Sul versante del lavoro si diffondono forme di precarizzazione ed assistiamo ad un processo di erosione delle garanzie e delle tutele collettive che nell'era fordista erano generalmente collegate con l'attività lavorativa e che, con la crescente diffusione dei lavori cosiddetti atipici, tendono ad essere sempre più un privilegio di pochi lavoratori. E' ormai chiaro a tutti che viviamo all'interno di un fenomeno economico strutturale caratterizzato dal prodursi di una debole (o quasi azzerata) crescita economica che non riesce a produrre occupazione. Se la piena occupazione è un sogno, la possibilità di meglio redistribuire il lavoro (o meglio l'occupazione) è una possibilità da ricercare e da costruire per raggiungere una maggiore equità sociale.
In questo senso, un territorio o ancor meglio una comunità, contengono al loro interno risorse che rimangono inesplorate e invisibili nel loro tentativo di vivere prescindendo dal legame con il prossimo, a volte anche in opposizione ad esso. In una sorta di lotta per la sopravvivenza si creano forme di autosussistenza che non generano altro che ulteriore impoverimento. Questo accade, quando appunto un territorio non assume su di sé la responsabilità sociale di fare comunità, in altri termini rifiuta per il poco interesse che ognuno singolarmente ricava in solitudine, spesso con una fatica eccessiva e inutile, la possibilità di generare un'economia pubblica, condivisa e cooperativa. Le periferie spesso sono un esempio di questo processo negativo, in esse questa lotta assume caratteri violenti che hanno una ricaduta maggiore su quelle che in questa lotta rappresentano le cosiddette fasce deboli: persone che rinunciano e si sottraggono al conflitto e che non trovano spazio se non all'interno dei circuiti assistenziali. Sono queste le persone che oltre ad essere escluse per la loro fragilità si autoescludono ritenendo se stesse sempre più incapaci di emanciparsi dalla loro condizione.
Le fasce deboli della popolazione non devono essere escluse in questo processo di redistribuzione e, per quanto riguarda la nostra rete progettuale, agire per includere è una scelta di campo le cui ragioni risiedono nella nostra etica.
Partendo dalla persone che vivono in condizioni di fragilità è opportuno distinguere quelle che lo sono per fattori fisici congeniti o consequenziali, quelle che lo sono per fattori di patologie psichiatriche e quelle persone la cui marginalità sociale è legata a fattori di contesto familiare multiproblematico o a scelte che si possono definire alternative. Vi sono poi fattori legati al contesto di vita nelle quali queste persone vivono la quotidianità che rendono queste condizioni più difficili da approcciare.

g) Impatto sociale e caratteristiche innovative del progetto
Il progetto coinvolgerà attivamente almeno un migliaio di persone, nei diversi ambiti previsti: socializzazione, formazione, lavoro, salute, sostegno nell’emergenza.

  • Il progetto punterà alla promozione del protagonismo delle persone che si avvicineranno alle diverse proposte attivate nei diversi luoghi del territorio (favorendo la costruzione di reti di vicinato, la realizzazione di eventi, l’attivazione della banca del tempo…).
    Le azioni del progetto saranno frutto della sinergia e della coerenza costante tra progettualità diverse ben coordinate tra di loro.
    I laboratori di comunità si propongono di diventare generatori di impresa sociale.


3. Piano delle azioni
Sinteticamente le "Azioni" del progetto saranno le seguenti:

1. Promozione e coordinamento del progetto
Gli obiettivi specifici dell’azione sono:
promuovere la conoscenza del progetto sul territorio;
programmare e realizzare le azioni che compongono il progetto, monitorando lo stato di avanzamento in ogni sua fase, individuando gli elementi di criticità, apportando le soluzioni ed i miglioramenti necessari;
consolidare il rapporto di “rete” fra le organizzazioni di volontariato e i diversi partner attraverso un confronto periodico e lo scambio costante di informazioni;
modalità di realizzazione: costituzione e incontri periodici del tavolo di progetto e del tavolo di rete al fine di:
programmare in dettaglio le azioni del progetto;
integrare le diverse azioni progettuali;
monitorare lo stato di avanzamento del progetto;
individuare gli elementi di criticità e le soluzioni operative più opportune

2. Cura dei Luoghi
obiettivi:
Mantenere vivi e ben attrezzati i luoghi del territorio, tutti luoghi di proprietà pubblica, assegnati alle associazioni e gestiti da volontari e/o da operatori di organizzazioni del Terzo Settore, potenziarne l’utilizzo al fine di:
stimolare l’empowerment, il benessere e l’agio della comunità locale;  promuovere l’integrazione tra culture e generazioni diverse; proporre percorsi partecipativi di cittadinanza attiva; sviluppare le reti di scambio tra i cittadini; sostenere le relazioni di vicinato e le altre forme di auto-organizzazione esistenti sul territorio.
Mantenere puliti e animati parchi e spazi aperti, antistanti e circostanti i luoghi della comunità.

3. Mappatura e Identità
a) mappatura
Obiettivo - La fase della mappatura ha come scopo quello di conoscere, attraverso dati quantitativi e qualitativi, la popolazione residente nella zona Beverara, con particolare riferimento agli insediamenti ERP situati nei pressi del Museo del Patrimonio industriale di Via della Beverara
L'avvio dello spazio che ASP concede in uso alla Rete Lame nella zona Beverara prevede un'azione preliminare di mappatura dei bisogni dei 25 nuclei familiari che andranno a risiedere nel condominio nel quale è collocato lo spazio per i laboratori di comunità.
Da un punto di vista pratico si tratta di effettuare interviste e colloqui, con la finalità di costruire una relazione tra la Rete Lame ed i nuclei familiari residenti. Si prevede che l'avvio dello spazio comune a Beverara avvenga entro la primavera 2015, per questo il lavoro di mappatura dovrebbe essere effettuato nel periodo gennaio – marzo 2015.
Modalità di realizzazione - La mappatura comprende una prima fase di raccolta dati, le fonti di riferimento saranno: A.c.e.r., Quartiere Navile, Comune di Bologna.
La seconda fase riguarderà colloqui con: Residenti del territorio, Operatori pubblici, Volontari ed operatori delle Organizzazioni coinvolte nel Progetto
Risultati attesi - L’elaborazione e la lettura di questi dati permetterà una rappresentazione aggiornata della popolazione residente, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.

b) Identità Personale Culturale Territoriale
obiettivi:
- Porre in relazione dialogica le differenze, incanalando gli inevitabili conflitti in binari creativi piuttosto che distruttivi:
- individuare e avvalorare elementi condivisibili (come il risiedere sul medesimo territorio, l'essere genitori, il frequentare la scuola, ma anche problematiche comuni, passioni ed interessi), affinché contribuiscano a creare legami, sancendo reali spazi d’incontro e di scambio.
- Interpretare l'identità come materia malleabile e mutevole, riconoscendo così al soggetto una propria capacità creativa, consente infatti di bypassare semplificazioni ed essenzialismi utili esclusivamente a riprodurre e rafforzare divisioni;
- assumere le peculiarità individuali quali luoghi conoscitivi, facendone gli anelli di una catena di crescita personale ma sopratutto comunitaria.
- co-costruire valori inediti, originati dalla convergenza di diversità, i quali si fanno strumenti di convivenza in una quotidianità condivisa.

Parlare di identità significa affacciarsi ad un panorama complesso. L'identità infatti si costruisce come istanza in cui convergono componenti diverse e molteplici. Tiene infatti assieme elaborazioni personali di elementi culturali, di specificità locali, di eredità familiari, di immaginari e progetti relativamente a ciò che siamo e ciò che desideriamo essere. Ogni soggetto assembla un percorso identitario inedito e dinamico, i cui contenuti sono condivisibili anche con altri individui: amici, parenti, concittadini, persone lontane nel mondo possono infatti accedere ai medesimi bacini valoriali e simbolici cui accede il singolo. In un panorama mondiale quale quello attuale, assistiamo al realizzarsi di identità sempre più composite e multisituate.
Sono soprattutto le città i luoghi in cui tali intrecci si concretizzano, e in cui i processi di natura globale si fanno realtà locale. Nella zona Lame. il rione Pescarola, così come Beverara, esemplificano perfettamente tale fenomeno: un territorio fortemente caratterizzato dalla memoria storica della città di Bologna, ma esposto nel tempo a migrazioni e profondi mutamenti demografici e urbani, la cui popolazione attuale presenta una spiccata disomogeneità in termini di provenienza geografica, condizione economica e stili di vita. Una disomogeneità originata dalla convivenza in un'area delimitata e circoscritta – spesso forzata –  di cittadini bolognesi, migranti interni ed internazionali, classi sociali differenti, dunque una pluralità portatrice di eredità culturali e personali profondamente differenziate.

4.  Promozione della socializzazione
obiettivo: favorire il contatto, il dialogo, lo scambio di esperienze, la coesione, il sostegno nel conflitto e nelle situazioni di disagio:

1. Nel rione Beverara – Conclusa la mappatura (v. azione 3) occorre sostenere la partecipazione dei residenti alle
attività laboratoriali proposte dalla Rete Lame con momenti formativi e azioni di mediazione dei conflitti: l'obiettivo potrebbe essere la costruzione di un Comitato di Gestione del fabbricato.
- Presso i locali a disposizione in Via della Beverara è possibile adibire uno spazio di consulenza psicologica (sostegno individuale, alla genitorialità, ecc...).
- Si svolgerà inoltre un Corso di educazione al risparmio e gestione del bilancio familiare, preferibilmente rivolto alle donne residenti nel comparto. Questo laboratorio si pone l’obiettivo di consapevolizzare le partecipanti rispetto alle proprie entrate e uscite familiari, di promuovere un consumo responsabile e di costruire assieme un metodo per raggiungere nel medio-lungo periodo obiettivi di risparmio, strumento indispensabile per poter fare progetti per il futuro,

2. Nel rione Pescarola dove è già in atto dal 2011 il progetto “Cittadini di Pescarola” e dove si è sviluppato nel 2012 il progetto “Case Zanardi a Pescarola, proseguiranno le attività in essere allo Spazio Comune (incontri-integrazione donne straniere, sportello di consulenza informatica, sostegno ai volontari con incontri di supervisione).

Più in generale saranno sviluppati incontri di auto mutuo aiuto a cura di Associazioni del C.V.L. (in particolare Oratorio “Dande Marcheselli”)
Per le attività di tempo libero è prevista la collaborazione dei comitati esistenti sul territorio, già attivi con cene multietniche, iniziative intergenerazionali, feste di strada e di caseggiato, ecc.
Durante eventi di festa e di incontro Terra Verde si impegnerà a mettere in campo attività di animazione per la responsabilizzazione alla convivenza civile dei cittadini residenti

5.  Pronto intervento per le emergenze
a. i luoghi della solidarietà
b. la Banca del Tempo
obiettivi
Realizzare attività di scambio e di distribuzione di beni
Favorire il protagonismo delle persone che utilizzano il servizio
modalità di realizzazione
Allestimento e sviluppo di luoghi adeguati alla raccolta e alla distribuzione di beni di primaria necessità:
- Nella sede dello “Spazio Comune” continuerà la tradizionale distribuzione di beni alimentari a nuclei familiari segnalati dai Servizi Sociali di Territorio (circa 25 famiglie)
- Nella “Bottega di prossimità” che si spera di aprire al territorio nella nuova sede di Via della Beverara, si mira a realizzare due nuovi strumenti di distribuzione:
a) tessera a punti concordata con il Settore Sociale del Quartiere (finalizzata alla possibilità di scelta, da parte delle famiglie segnalate, tra i generi proposti)
b) attività di scambio legate al funzionamento della Banca del Tempo (anche nella prospettiva di autogestione della sede: pulizie, stoccaggio delle merci, riordino, ecc.)  

6.  Centralità e funzione “pubblica” della famiglia
Occorre prendere atto delle profonde trasformazioni che concorrono a definire il profilo della nostra città e che hanno contribuito a far nascere nuove forme di aggregazioni tra famiglie, in modo formale ed informale.
E' questo patrimonio che oggi va valorizzato, considerando pienamente:
il ruolo centrale della famiglia nella formazione degli individui, perchè al suo interno possono costruirsi e sedimentarsi valori di solidarietà che, andando oltre i legami di parentela,  investono la più ampia ed estesa rete delle relazioni sociali, i rapporti tra i sessi e le generazioni, tra culture e valori diversi;
il fatto che la famiglia può assolvere una “funzione pubblica”: per questo deve essere sostenuta ed aiutata, perchè avere o non avere una famiglia in grado di rispondere alle diverse esigenze diventa, infatti, sempre più determinante ai fini del destino degli individui.

Il “CENTRO PER L’INFANZIA E LA FAMIGLIA” dell’Associazione Senza il Banco si propone i seguenti obiettivi:
percorsi di progettazione condivisa con il concorso di più “attori”,
progetto di “welfare di comunità” che, in relazione ai servizi educativi, non consideri due distinti soggetti: da un lato chi “eroga il servizio” e, dall’altro, coloro che ne fruiscono le prestazioni.
lavoro in rete con la scuola, con le famiglie interessate, con altre realtà associative attente alle esigenze del territorio o direttamente impegnate in ambito educativo.
adeguata declinazione dei concetti di sussidiarietà orizzontale e di prossimità.
Azioni e obiettivi specifici
Le azioni individuate si basano su attività nuove e su progetti già avviati, nella Zona Lame ed in altri contesti cittadini; in particolare si caratterizzano come iniziative centrate sul sostegno alla genitorialità, con particolare riferimento alla prima infanzia ed alla preadolescenza; attraverso una pluralità di azioni si intende:
fornire sostegno alle famiglie,
coinvolgere le famiglie all’interno di iniziative per l’infanzia,
sostenere la comunità locale con progetti che partono dall’assunzione dell’educazione come valore condiviso.

Tra le iniziative previste Indichiamo le proposte educative che, sollecitando forme di cittadinanza attiva, maggiormente promuovono e potenziano il capitale sociale di una comunità, per innovare il “welfare locale” e declinare il concetto di sussidiarietà – verticale ed orizzontale – a partire dalle specificità di un territorio.

“CRESCERE INSIEME” – apertura pomeridiana, da ottobre a fine maggio, di laboratori rivolti a bambini (fascia 3/6-7 anni) centrati sull’incontro con il libro e strutturati sulla collaborazione con i genitori. Apertura: 80 pomeriggi dalle ore 16,30 alle 19 per un totale annuo di 240 ore.                      
“UN POSTO PER GIOCARE” – apertura a domeniche alterne, da ottobre ad aprile, della ludoteca domenicale “Un posto per giocare”, con appuntamenti di animazione e gioco rivolti a genitori e bambini, con una presenza di 25/30 bambini accompagnati dai genitori. Apertura: 16 pomeriggi domenicali dalle 16 alle 19 per un totale annuo di 64 ore.
“ACCOMPAGNAMENTO ALLO STUDIO” – attività di accompagnamento e sostegno allo studio per ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, per contrastare l’abbandono e la dispersione scolastica, progettate e programmate congiuntamente con gli insegnanti delle scuole. Per la realizzazione delle attività saranno impiegati tre “educatori” con competenze specifiche. Con la scuola sono stati individuati 24 ragazzi che saranno organizzati in 4 gruppi. Apertura: 3 pomeriggi settimanali dalle 14,30 alle 16,30  per un totale annuo (5 mesi) di 150 ore per gruppo.
“NOI GENITORI” – un appuntamento mensile, sia per “incontri a tema” sia per organizzare un “tavolo di lavoro” rivolto ai genitori per la preparazione di materiali e per organizzare le modalità di partecipazione alle attività rivolte ai bambini. Gli incontri sono finalizzati alla valorizzazione e al sostegno della genitorialità e della funzione educativa della famiglia; è prevista la partecipazione di 20 genitori per incontro.  Apertura: 1 sera per mese, dalle 20 alle 23.
“PUNTO D’ASCOLTO” – istituzione di uno sportello per la famiglia, con la funzione di ascolto,  consulenza leggera ed orientamento che vede la presenza di adeguate figure professionali (educatore professionale, dietista/nutrizionista, pediatra e psicopedagogista) per affrontare i problemi, dalla prima infanzia all’adolescenza. Attività previste: Incontri individuali e di gruppo, organizzazione di incontri a tema, definiti con genitori e famiglie per la sperimentazione di percorsi condivisione dei problemi e di mutuo aiuto.
Apertura: 2 pomeriggi settimanali, dalle 17,30 alle 19, per un totale annuo di 120 ore.

7.  Formazione e Lavoro
Per contrastare lo spreco di capacità e possibilità lavorative, purtroppo molto diffuso in questo periodo di grande crisi, sarà utilizzato principalmente il tirocinio formativo, che è uno degli strumenti che la Regione ha individuato per supportare l’inserimento lavorativo delle persone, in particolare dei giovani, e per sostenere le loro scelte professionali. Non si tratta di un rapporto di lavoro, ma di una modalità formativa che fa acquisire competenze attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro. Per ora, purtroppo, le due forme più rispondenti ai bisogni di questo territorio (quella finalizzata all’inserimento o al reinserimento lavorativo di disoccupati, persone in mobilità, inoccupati e quella che ha la funzione di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento non solo lavorativo ma anche sociale in favore di persone con disabilità e in condizione di svantaggio) non sono realizzabili dalle associazioni coinvolte nel progetto – eccettuate le due Cooperative Sociali – perché presuppongono un’azienda ospitante, già funzionante con altri lavoratori alle sue dipendenze.
Nell’attesa di una norma in deroga alla L.R. del settembre 2013, che consenta la presa in carico delle persone in condizione di disagio da parte dell’Ente Locale di competenza (con relativa erogazione dell’indennità mensile) e la possibilità di gestione degli interventi formativi da parte delle associazioni competenti nell’attività richiesta, si cercheranno altri strumenti di finanziamento e prenderanno comunque l’avvio i percorsi formativi.
A conclusione dei tirocini formativi saranno avviati processi di sostenibilità economica per i percorsi scelti, in modo da renderli duraturi nel tempo, formando capacità artigianali e professionali ancora spendibili nel mondo del lavoro.

Eta Beta - cooperativa sociale mista A e B è già in grado di  accogliere persone di età diverse in situazioni di disagio psico-fisico e/o socio-economico, inviate dal servizio pubblico, sia Ausl di Bologna, sia Servizio Sociale Territoriale. Per realizzare tali percorsi formativi ha necessità di allestire una serra.

L’Associazione Terra Verde realizzerà laboratori formativi rivolti a giovani già noti al Servizio Sociale Territoriale, finalizzati alla costituzione di una squadra di manutentori operanti nel territorio, per arginare il disagio sociale, educare i giovani alla legalità, limitare i danni dei frequenti abbandoni scolastici e contrastare la disoccupazione giovanile, promuovere la formazione di capacità artigianali e professionali oggi rare e combattere il degrado urbano.

Il Laboratorio Due Torri del C.V.L.
si propone di realizzare:
- sostegno a minori adolescenti e prevenzione del rischio di devianza,
- percorsi formativi a favore di persone in condizione di disagio sociale e di adulti disoccupati
- attività laboratoriali con gruppi di alunni delle scuole del territorio


8.  Creatività e innovazione
Il Laboratorio delle Idee (LabIdea), già attivo da un anno sul territorio della zona Lame, intende realizzare Laboratori e attività con alto contenuto tecnologico e innovativo

1) “Artigianato tecnologico” come recupero di autostima e capacità personali con l’introduzione alle moderne tecniche di lavorazione e produzione.
2) “Robotica, Programmazione e Computer” come recupero di autostima e capacità personali con l’introduzione al mondo della programmazione dei computer.
3) “Tutti a tavola” come socialità e condivisione attraverso il recupero del mangiare povero ma sano, con prodotti biologici e a km-zero.
4) “LudicaMente” come socialità, condivisione e realizzazione attraverso il gioco.
All’interno dei laboratori saranno realizzati percorsi formativi a favore di giovani in condizione di disagio sociale e/o disoccupati

9. Salute
Per parlare di lotta allo spreco occorre avere una visione ad ampio spettro dei bisogni della persona e delle pratiche che ognuno mette in campo per soddisfarli. L'ottica deve essere quella della rete di legami all'interno dei quali queste pratiche prendono vita.
In percorsi attivati recentemente in ambito urbano sono stati affrontati temi rilevanti quali lo spreco alimentare e lo spreco relazionale, con un'attenzione particolare al collegamento di questi con l'ambito lavorativo.
Manca, per ragioni probabilmente legate alla complessità della questione, uno sguardo sul tema dello spreco di salute/benessere psico-fisico che si gioca nelle dinamiche sociali in mutamento in questo tempo di crisi (dove in crisi è l'intero mondo vitale all'interno del quale le persone si muovono).
A soffrire di fenomeni di diseguaglianza ed inequità nell'accesso alle cure sono sicuramente le fasce più deboli della popolazione urbana, specie in quelle periferie all'interno delle quali il livello di povertà era un dato già presente prima dell'acuirsi della crisi economica in atto.
Obiettivo: elaborazione di un progetto specifico.
Tematiche da sviluppare:
Quali sono le reti sociali coinvolte nel sistema di cura esistenti nel territorio?
Reti Istituzionali /Informali: per scelta o per esclusione?
Esiste la percezione del bisogno?
I soggetti vulnerabili
Differenza migranti / italiani
Pubblico / Privato
Cronicità / Marginalità
Obiettivo
Identificare le cause alla radice dello spreco di salute/benessere psico-fisico (sia essa riconducibile alle politiche dei servizi, sia a “resistenze” individuali ed intersoggettive)
predisporre interventi volti a fronteggiare tale dispersione, tanto nella sua accezione economica, quanto umana, e ad interrompere circuiti di reiterazione del disagio.

10. Verifica/ Monitoraggio/ Valutazione/ Restituzione del progetto
da considerare:
itinerari personali e familiari co-costruiti in maniera trasversale
trasformazione degli “utenti” in protagonisti
entità dell’impatto sociale
entità dell’investimento sociale e valore aggiunto
possibilità di esportazione dell’esperienza

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